Verso un benessere di comunità

Le politiche per la salute mentale in linea con i principi espressi a livello europeo hanno formulato la realizzazione di un nuovo sistema integrato dei servizi, nelle sue diverse forme di integrazione socio-sanitaria. Il lavoro e l’organizzazione dei servizi di psichiatria territoriale è quello della psichiatria di comunità. Gli aspetti istituzionali si identificano nell’ambito di una visione condivisa e di una forte cooperazione in cui le responsabilità sono di tutti gli attori istituzionali presenti nel territorio.

Si prevede, dunque, l’attivazione di tutta la comunità locale attorno al tema delle politiche sanitarie e sociali per realizzare le condizioni operative e unitarie tra figure professionali diverse (sanitarie e sociali) nelle fasi di presa in carico, progettazione e realizzazione del piano personalizzato integrato.

Questa organizzazione riunisce in un quadro organico di programmazione unitaria gli attori e le azioni che concorrono a promuovere la salute e a contrastare la malattia mentale e le dipendenze patologiche a tutte le età, secondo un approccio allargato di salute pubblica in base al quale la salute mentale è una componente fondamentale della salute globale della popolazione. Come recita la dichiarazione di Helsinki: “Senza salute mentale non c’è salute”.

È importante che le politiche per la salute mentale vengano determinate e attuate in armonia tra loro, garantendo una visione organica sia per i numerosi ambiti di sovrapposizione (promozione della salute, prevenzione, inclusione sociale, eccetera) sia per le numerose aree in cui la stretta sinergia è il requisito per il successo degli interventi (quali le attività sull’adolescenza, sull’alcolismo, sui disturbi del comportamento e della doppia diagnosi).

Si tratta di una necessaria integrazione tra settori per i quali in passato le separazioni culturali hanno prodotto serie difficoltà nel garantire degli interventi realmente integrati.

La responsabilità nei servizi di salute mentale ha come obiettivo la promozione del benessere psichico e sociale dei cittadini, la tutela del diritto alla salute, dei diritti di cittadinanza delle persone affette da malattie mentali di ogni tipo e gravità. Questa riconosce a proprio fondamento i valori di una cultura di destigmatizzazione di tutte le condizioni di sofferenza, malattia e disagio, puntando alla valorizzazione delle differenze e delle diverse abilità. La lotta allo stigma e alle discriminazioni deve fondare l’intero sistema di cura e l’intero sistema di comunità.

Per questo è necessario che, accanto a tali valori fondanti, ci sia una forte partecipazione che assuma il significato di sensibilizzazione della collettività ai problemi di chi è affetto da condizioni disabilitanti. Ed è altrettanto importante che ci sia una continuità assistenziale ed una tempestività negli interventi, i quali, oltre a essere tecnicamente fondati, devono prevedere la partecipazione empatica dei professionisti coinvolti.

Verificare i processi di lavoro e gli standard dei servizi offerti, coinvolgere gli utenti e i loro familiari, nonché le associazioni di volontariato, sono elementi in linea con il modello Recovery Empowerment previsto dalle linee guida di welfare community e prevedono una forte componente di innovazione sociale. Innovazione sociale che è uno dei principi di riferimento che hanno a che fare con la flessibilità orientata all’ascolto e alla ricerca di nuove soluzioni, cliniche e organizzative, per i problemi via via emergenti.

L’adesione dei servizi di psichiatria territoriale alla filosofia della Psichiatria di Comunità ha implicitamente indotto la definizione degli stessi servizi come nodo nella rete del territorio, intesa non più come area “chiusa” o relegata all’interno dell’Ospedale Psichiatrico, ma inserita nel territorio e in diretta e naturale continuità con le agenzie di cura e di supporto alle fragilità.